anubias a foglie variabili

Anubias heterophylla

Engl., 1879

📸

Cerchiamo Foto Originali!

Le foto attualmente presenti sul sito provengono prevalentemente da Wikimedia. Siamo alla ricerca di fotografie originali di alta qualità per migliorare costantemente il nostro archivio.

Se possiedi foto di buona/ottima qualità e desideri contribuire al progetto, puoi inviarle tramite la pagina: Carica foto

Le foto saranno valutate dal nostro team e, se pubblicate, sarà sempre indicato l'autore.

In sintesi

Tassonomia e nomenclatura

Anubias heterophylla è un nome accettato nelle principali banche dati botaniche (es. POWO/WFO). Appartiene alle Araceae e condivide col genere Anubias un portamento perenne con rizoma strisciante e infiorescenza con spata e spadice. La specie è variabile (come suggerisce l’epiteto “heterophylla”) e l’identificazione certa può richiedere materiale fiorito, poiché i caratteri vegetativi si sovrappongono a quelli di specie affini (p.es. A. afzelii, A. barteri var. glabra, A. congensis). Nel commercio acquariofilo sono frequenti misidentificazioni; consultare schede botaniche autorevoli se serve conferma. Non sono generalmente riconosciute sottospecie/cultivar botaniche ufficiali per questa specie; molte forme in vendita sono selezioni orticole o esemplari confusi con specie affini.

Distribuzione e habitat

Africa tropicale centro-occidentale: segnalata in Nigeria, Camerun, Guinea Equatoriale, Gabon, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo (probabile anche nella striscia di Cabinda/Angola). Habitat tipico: corsi d’acqua forestali ombreggiati, rive di fiumi lenti o tratti di corrente con rocce affioranti. È spesso una pianta reofita (adattata alla corrente), ancorata a legni e massi, con fasi emerso e sommerso a seconda del livello delle acque stagionale. Le acque naturali variano da tenere e leggermente acide (torrenti di foresta) a debolmente minerali e prossime alla neutralità; la specie mostra comunque ampia tolleranza.

Descrizione fisica (foglie, fusto, radici, crescita)

Erbacea perenne con rizoma spesso (fino a ~1–2 cm), strisciante, da cui emergono radici robuste e foglie picciolate. Lamina fogliare coriacea, da ellittica a lanceolata, con base variabile e apice acuminato; nervature secondarie parallele e ben marcate. In natura le foglie emerso possono raggiungere 20–45 cm di lunghezza, con picciolo spesso lungo quanto o più della lamina; in acquario sommerso le foglie restano più piccole (circa 10–25 cm), mantenendo consistenza spessa e superficie lucida. L’infiorescenza tipica delle Araceae presenta spata verde e spadice biancastro; la fioritura in acquario è possibile soprattutto in coltura emersa. L’apparato radicale aderisce con forza ai supporti; la crescita avviene per allungamento del rizoma e emissione di nuove foglie distanziate.

Velocità di crescita e fattori che la influenzano

Lenta a molto lenta. In vasca stabilizzata produce spesso 1 nuova foglia ogni 2–4 settimane, più rapidamente in condizioni emerse e calde. Fattori che accelerano moderatamente: temperatura 24–27 °C, luce bassa–media stabile (senza picchi), apporto regolare ma contenuto di nutrienti e un po’ di CO₂ disciolta. Fattori che rallentano o danneggiano: luce intensa e instabile (favorisce alghe), fluttuazioni brusche di parametri, interramento del rizoma, scarsa circolazione d’acqua sulle foglie.

Comportamento e compatibilità con altri animali

Specie non competitiva: colonizza lentamente il supporto e tende a formare cespi. Le foglie ampie possono creare ombra benefica per piante sensibili, ma possono anche schermare eccessivamente specie piccole sottostanti. Le lamine coriacee resistono a molti pesci erbivori moderati; grandi Loricaridi possono però raschiare il tessuto. Non emette stoloni nel fondo; si espande per avanzamento del rizoma e nuove diramazioni.

Parametri generali di coltivazione e condizioni di crescita

Pianta ideale da fissare su legni o rocce con filo, fascette o adesivo per acquari; evitare di interrare il rizoma (rischio marcescenza). Illuminazione: bassa–media, 6–8 ore/giorno all’inizio per limitare le alghe. CO₂ non obbligatoria ma utile (10–15 mg/L) per una crescita più regolare. Nutrizione: apporto leggero–moderato di macro e microelementi, con attenzione al potassio per evitare microfori nelle foglie; le radici assorbono anche dall’acqua, quindi la fertilizzazione colonnare funziona bene. Acqua: pH 5.5–7.5, GH 2–15, KH 0–10, conducibilità 50–500 µS/cm; preferibili valori miti e stabili. Temperatura 20–30 °C (ottimo 23–27 °C). Flusso lieve–moderato sul fogliame aiuta a tenere pulite le superfici. Cambi regolari (25–40%/settimana) riducono accumuli e alghe.

Tecniche di moltiplicazione (talea, stoloni, divisione, spore, ecc.)

Per divisione del rizoma. Procedura: 1) scegliere un tratto sano con almeno 4–5 foglie; 2) recidere con lama pulita e affilata tra due nodi; 3) disinfettare gli attrezzi prima/dopo per prevenire infezioni; 4) fissare delicatamente il nuovo segmento su un supporto, lasciando il rizoma completamente esposto all’acqua/aria; 5) garantire buona circolazione e luce moderata durante la radicazione. In coltura emersa (paludario/serra) la pianta emette più rapidamente nuove gemme laterali, utili per moltiplicare. La riproduzione da seme è rara in acquario; la micropropagazione in vitro è comune in commercio.

Allestimento della vasca

Data la taglia, rende al meglio come punto focale nel centro o sullo sfondo di vasche medio-grandi (≥60–100 L). In vasche piccole, usare singoli cespi ben potati in posizione centrale e ombreggiata. Legare i rizomi a legni ramificati o rocce scure per un effetto naturale da ruscello di foresta; abbinamenti consigliati con muschi e felci epifite (p.es. Microsorum) che condividono esigenze di luce bassa. Ottima anche in paludari e ripari, con piede umido e foglie emerse.

Salute e benessere (prevenzione)

Alghe a macchia verde o barba sulle foglie: tipiche se la luce è alta rispetto alla crescita. Azioni preventive: ombreggiare, ridurre il fotoperiodo, mantenere nutrienti bilanciati e flusso lieve sulle lamine; pulire manualmente con delicatezza. Carenze: microfori e bordi necrotici suggeriscono deficit di potassio o danni meccanici/alghe; clorosi internervale può indicare ferro basso: aumentare lievemente la fertilizzazione colonnare. Marciume del rizoma: quasi sempre dovuto a interramento o danneggiamento del tessuto; rialzare e rifilare le parti molli fino al tessuto sano. Danni da fauna: limitare l’accesso di grandi Loricaridi o lumache che raschiano energicamente.

Conservazione, commercio e aspetti etici/legali

Stato IUCN non valutato per la specie; non risulta in elenchi CITES. Non è segnalata come invasiva nell’UE. Per etica e tutela degli habitat, preferire piante coltivate in serra o in vitro, evitando materiale di raccolta selvatica. In UE l’importazione da Paesi terzi richiede certificazione fitosanitaria; non rilasciare mai esemplari in ambienti naturali.

Errori comuni

Consigli pratici

Tabella riassuntiva parametri (range ed ottimali)

ParametroRangeOttimale
Temperatura20–30 °C23–27 °C
pH5.5–7.56.2–7.0
GH2–15 dGH4–10 dGH
KH0–10 dKH1–6 dKH
Conducibilità50–500 µS/cm100–300 µS/cm
Lucebassa–mediabassa–media (senza picchi)
CO₂0–20 mg/L10–15 mg/L
Fertilizzazione (macro/micro)leggera–moderataregolare a basse dosi
Velocità crescitalenta–molto lentalenta
Posizione consigliata (sfondo/centro/primo piano/galleggiante)centro–sfondocentro–sfondo
Tipo di propagazionedivisione del rizomataglio e divisione
Compatibilità con faunaalta; evitare grandi raschiatoricon pesci e Caridine pacifiche
Difficoltà (principiante, intermedio, avanzato)principiante–intermedioprincipiante informato

Crediti

📝 Fabio Rambaudi, Andrea Perotti
📷Wikimedia