verme tubificide con branchie

Branchiura sowerbyi

Beddard, 1892

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In sintesi

Tassonomia e nomenclatura

Phylum Annelida; Classe Clitellata; Famiglia Naididae (in passato inclusa in “Tubificidae”); Genere Branchiura. Da non confondere con i crostacei parassiti “Branchiura” (pidocchi dei pesci): qui si tratta di un verme segmentato. Caratteri chiave: colore rosso-bruno per la presenza di emoglobina nel sangue; coppie di filamenti branchiali nella porzione posteriore; corpo allungato e flessuoso. Uso delle misure: per i vermi si indica la lunghezza totale (TL). Nomenclatura stabile; la collocazione nella famiglia Naididae segue revisioni filogenetiche recenti.

Distribuzione e habitat

Probabilmente originaria dell’Asia meridionale-orientale, oggi cosmopolita per introduzioni accidentali con materiale acquatico e allevamenti. In Europa e in Italia è diffusa in pianure e zone calde. Habitat tipico: acque ferme o a lento flusso (stagni, laghi, canali, risaie, bacini), fondali di fango fine e ricco di sostanza organica. Spesso abbondante in ambienti eutrofici. Scava gallerie nel sedimento e lascia sporgere le branchie nell’acqua, tollerando ipossia, ma sensibile a condizioni estreme (solfuri elevati, inquinanti).

Dimensioni, aspettativa di vita

Taglia adulta tipica 6–12 cm TL; eccezionalmente fino a ~20 cm in ambienti molto ricchi. Corpo con numerosi segmenti; le branchie posteriori ondulano per migliorare lo scambio gassoso. Vita media stimata 1–2 anni in condizioni favorevoli. Crescita e maturità dipendono dalla temperatura: a 24–28 °C raggiunge la maturità in 6–10 settimane; sotto 15 °C l’attività e la riproduzione calano nettamente.

Comportamento e compatibilità con altri animali

Specie pacifica, non parassita. Vive infossata: la parte anteriore nel sedimento, l’estremità posteriore con le branchie in colonna d’acqua. Compatibilità: innocua per piante e invertebrati non predatori; può coesistere con lumache e gamberetti, ma molti pesci (e alcuni invertebrati) la predano volentieri. In vasche con pesci diventa elusiva o scompare. Le popolazioni crescono se c’è molto cibo sul fondo: utile come “riciclatore”, ma indica anche sovralimentazione.

Dieta e alimentazione

Detritivoro (detritivoro = si nutre di detriti organici), ingerisce sedimento ricco di batteri, microalghe e residui vegetali/animali. In acquario accetta: microcibi in polvere, pastoni morbidi, foglie secche (catappa, quercia), zucchine/verdure sbollentate a pezzetti, biofilm. Alimentare in piccole dosi per evitare accumuli e anossia nel fondo.

Allestimento della vasca

Vasca dedicata consigliata. Minimo 20 L per una piccola colonia; preferibili 40 L+ per stabilità. Substrato: 4–8 cm di sabbia molto fine con componente limosa; aggiungere lettiera di foglie e frammenti di legno per creare microhabitat. Filtrazione dolce (filtro a spugna) e aerazione leggera; flusso basso. Temperatura ideale 22–28 °C. Illuminazione bassa o diffusa; piante galleggianti utili per ombra. Cambi d’acqua regolari (10–20%/settimana) con acqua declorata. Parametri ampiamente tollerati: pH ~6.5–8.2, durezza bassa-media-alta; evitare sbalzi rapidi.

Riproduzione e dimorfismo

Ermafrodita con clitello (anello ghiandolare riproduttivo). Riproduzione principalmente sessuata: due individui si scambiano sperma e depongono un bozzolo nel substrato da cui schiudono i giovani. A 25 °C la schiusa può avvenire in 1–2 settimane; i giovani diventano maturi in 6–10 settimane, con cicli più lenti a temperature inferiori. Segnalazioni di frammentazione/asessualità sono sporadiche e non ben documentate per questa specie: considerarla eccezionale. Dimorfismo: assente; il clitello visibile negli adulti maturi è l’unico segno. Per favorire la riproduzione: temperatura stabile >22 °C, fondo ricco ma non maleodorante, disponibilità costante di detrito fine.

Salute e benessere (prevenzione)

Benessere: mantenere ossigenazione leggera e fondo non compattato; evitare accumuli eccessivi di proteine che portano a produzione di solfuri. Sensibile a rame e biocidi: evitare trattamenti a base di rame, formalina o simili in vasche con vermi. Igiene: quarantena delle nuove colture; non introdurre esemplari raccolti in ambienti potenzialmente inquinati. Biosicurezza: alcuni oligochèti possono fungere da ospiti intermedi di patogeni dei pesci; usare colture chiuse e pulite se destinati come mangime vivo e non alimentare direttamente con esemplari di provenienza incerta. Gestione etica: smaltire i surplus congelandoli e conferendoli nei rifiuti indifferenziati; mai nel lavandino o all’esterno.

Conservazione, commercio e aspetti etici/legali

Specie non valutata da IUCN per rischio globale e non in CITES. Non autoctona in Europa; segnalata come introdotta in molti paesi, inclusa l’Italia. Non è nell’elenco UE delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Reg. 1143/2014), ma valgono le buone pratiche: prevenire introduzioni e non rilasciare mai organismi o sedimenti in natura. Commercio: talvolta allevata come mangime vivo o per biotest; accertarsi della provenienza (allevamento controllato) per ridurre rischi sanitari e ambientali.

Errori comuni

Consigli pratici

Tabella riassuntiva parametri (range ed ottimali)

ParametroRangeOttimale
Temperatura18–30 °C22–28 °C
pH6.5–8.27.0–7.8
GH2–20 dGH4–12 dGH
KH1–12 dKH3–8 dKH
Conducibilità100–800 µS/cm200–500 µS/cm
Nitrati< 50 mg/L< 20 mg/L
Taglia adulta6–12 cm TL (fino a ~20 cm)6–10 cm TL tipici
Vasca minima≥ 20 L (colonia piccola)≥ 40 L per stabilità
FlussoBassoMinimo con aerazione leggera
LuceBassa–mediaBassa diffusa
SubstratoSabbia fine–fangoSabbia finissima + limo/lettiera
DietaDetrito, biofilm, microciboBiofilm + foglie + microcibi in polvere
CompatibilitàPacifica con non predatoriVasca dedicata o con specie che non predano

Crediti

📝 Fabio Rambaudi, Andrea Perotti
📷Wikimedia