verme di fango

Limnodrilus hoffmeisteri

Claparède, 1862

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In sintesi

Tassonomia e nomenclatura

Anellide Oligochete della famiglia Naididae (sottofamiglia Tubificinae; in passato inclusa in “Tubificidae”). Nome scientifico: Limnodrilus hoffmeisteri Claparède, 1862. In italiano è spesso chiamato “verme di fango” o “verme rosso”; nel commercio acquariofilo talvolta è confuso con il vero Tubifex tubifex. L’identificazione morfologica certa richiede l’esame delle setole e degli apparati riproduttori. La letteratura suggerisce la presenza di un complesso di specie criptiche; quindi tolleranze e biologia possono variare leggermente tra aree.

Distribuzione e habitat

Quasi cosmopolita: ampiamente segnalato in Europa (Italia inclusa), Nord America, Asia, parte dell’Africa e Sud America. Vive in acque dolci lente o ferme: fossi, canali, laghi, paludi e tratti tranquilli dei fiumi. Predilige sedimenti molli (sabbia fine, limo, fango) ricchi di sostanza organica. Spesso forma ciuffi con la parte posteriore che ondeggia nell’acqua per favorire gli scambi gassosi. Tollera condizioni di bassa ossigenazione fino a ipossia/anossia grazie alla presenza di emoglobina nel sangue, che dà al corpo la tipica colorazione rosso-brunastra.

Dimensioni, aspettativa di vita

Taglia adulta tipica 25–35 mm TL (lunghezza totale), con un range di circa 20–45 mm TL; diametro 0,6–1 mm. Corpo cilindrico, segmentato, con setole corte. Colore variabile dal rosso al bruno, più intenso in acque povere di ossigeno. Aspettativa di vita generalmente 1–2 anni in condizioni stabili. Specie detritivora e depositivora, passa gran parte del tempo nel sedimento con la testa che si alimenta nel fondo e la coda che scambia gas nella colonna d’acqua.

Comportamento e compatibilità con altri animali

Pacifico, gregario, non territoriale. Forma aggregazioni nel sedimento. Non attacca altri invertebrati o pesci; al contrario, è preda di molti pesci vermivori (es. botia e cobitidi, ciclidi piccoli, alcuni gourami e caracidi). In vasche comunitarie può mantenersi se ci sono rifugi nel fondo e pochi predatori. La sua presenza indica abbondanza di detrito; popolazioni esplosive segnalano sovralimentazione o pulizia insufficiente del fondo.

Dieta e alimentazione

In natura è detritivoro e depositivoro: ingerisce particelle organiche fini, batteri, microalghe e biofilm. In acquario consuma avanzi di mangime, polveri per avannotti, microgranuli, scaglie sminuzzate, verdure sbollentate tritate finemente e foglie secche (catappa/quercia) che favoriscono la crescita di biofilm. Alimentare con parsimonia: più cibo fine nel fondo = più riproduzione. L’uso di mangimi in polvere mirati (pochissimo, 2–3 volte a settimana) aiuta a stabilizzare la popolazione senza inquinare.

Allestimento della vasca

Per una piccola colonia stabile o una vasca di coltura dedicata: minimo 20 L (range 10–30 L), meglio orizzontale. Fondo di sabbia fine o sabbia+limi (2–5 cm) con un leggero tenore di materia organica. Aggiungere lettiera fogliare e legni per aumentare superficie e rifugi. Filtrazione soffice (filtro a spugna) e flusso basso; luce bassa–media. Piante galleggianti aiutano a ombreggiare e stabilizzare i nutrienti. Parametri consigliati: temperatura 15–25 °C (ottimo 18–22 °C), pH 6,8–7,5 (accettato 6,0–8,5), GH 4–12 dGH (accettato 1–20), KH 3–8 dKH (accettato 1–12), conduttività 200–500 µS/cm (accettata 100–800). Nitrati sotto 20 mg/L sono preferibili, pur se la specie tollera valori più alti. Aerazione moderata utile ma non obbligatoria. Evitare substrati taglienti e correnti forti.

Riproduzione e dimorfismo

Ermafrodita con riproduzione sessuata: gli adulti maturi sviluppano un clitello (fascia più chiara) e producono cocconi adesivi contenenti le uova. I cocconi vengono depositati nel sedimento; schiusa in 1–4 settimane secondo la temperatura. In condizioni favorevoli la riproduzione è continua. Non presenta vero dimorfismo sessuale visibile a occhio nudo oltre al clitello nei riproduttori. Capacità di rigenerazione dopo frammentazione accidentale, ma l’asessualità non è la via riproduttiva principale in questa specie.

Salute e benessere (prevenzione)

Benessere e stabilità dipendono da fondo adeguato, moderazione nel cibo e manutenzione regolare. Evitare accumuli estremi di detrito anossico comprimendo periodicamente il carico organico con sifonature leggere del primo centimetro di fondo, senza azzerare la microfauna. Cambi d’acqua settimanali 20–30% mantengono nitrati e DOC contenuti. Sensibile a rame e biocidi: evitare prodotti non destinati agli invertebrati (nessun consiglio terapeutico). Introdurre solo esemplari allevati e non prelevati in ambienti inquinati. Quarantena prudente per prevenire l’ingresso di patogeni veicolati dal sedimento. Fornire aree a bassa corrente per ridurre lo stress.

Conservazione, commercio e aspetti etici/legali

Specie molto diffusa; non inclusa negli elenchi CITES. Molti Oligocheti, L. hoffmeisteri incluso, non hanno valutazione IUCN formale o sono indicati come Non Valutati (NE). Non risultano restrizioni specifiche in Italia/UE per il possesso. Aspetti etici: non rilasciare mai organismi d’acquario in natura; le popolazioni locali possono differire geneticamente e alcune linee possono comportarsi come invasive. Preferire stock di allevamento per ridurre il rischio di contaminanti e l’impatto sugli ecosistemi. La specie è usata come bioindicatore di acque ricche di organico, ma in acquario va mantenuta in condizioni pulite e stabili.

Errori comuni

Consigli pratici

Tabella riassuntiva parametri (range ed ottimali)

ParametroRangeOttimale
Temperatura10–28 °C18–22 °C
pH6,0–8,56,8–7,5
GH1–20 dGH4–12 dGH
KH1–12 dKH3–8 dKH
Conducibilità100–800 µS/cm200–500 µS/cm
Nitrati0–50 mg/L5–20 mg/L
Taglia adulta20–45 mm TLtipica 25–35 mm TL
Vasca minima10–30 L (specie/cultura)≥ 20 L
FlussoBasso–moderatoBasso
LuceBassa–mediaBassa
SubstratoSabbia fine–limo–ghiaietto fineSabbia fine con materia organica
DietaDetrito, biofilm, microalghe, mangimi in polvere/granuliDetrito + microgranuli/polvere mirati
CompatibilitàCon invertebrati pacifici e pesci non vermivoriSpecie-only o con Caridina; evitare pesci vermivori

Crediti

📝 Fabio Rambaudi, Andrea Perotti
📷Wikimedia