Intervista ad Andrea Ongaro
Intervista ad Andrea Ongaro
AquaExperience ha intervistato uno dei più talentuosi aquascaper nostrani, Andrea Ongaro, due volte nella top100 allo IAPLC, il prestigioso Layout Contest nipponico considerato da molti il vero Campionato Mondiale di Aquascape.
1. Buongiorno Andrea, come e quando è nata in lei la passione per l'acquario. La passione per l’acquariofila è nata circa 5 anni fa con un acquario che mi fu donato e funzionò da cavia. In seguito acquistai un acquario da 60 l che allestii dopo essermi debitamente documentato. Fin dalle prime esperienze ho sempre cercato di dare importanza all’aspetto estetico dell’allestimento, nonostante non conoscessi i principi dell’aquascaping, quindi penso che si possa definire come una sorta di predisposizione. Aquascaper è un termine che mette sempre un po’ di soggezione, sembra quasi una figura mitologica, in realtà mi considero solo un semplice appassionato che fa continue ricerche, sul web, leggendo riviste, confrontandosi con il prossimo.
A breve allestirò la nuova vasca. In genere mi concentro su un solo progetto, in modo da dedicargli il tempo necessario e ricavare il massimo dei benefici dallo stesso. Non ci sono particolari layout che hanno influenzato più di altri. Sicuramente le vasche collezionate nel repertorio ADA sono state le prime fonti d’ispirazioni. L’analisi che faccio osservando i diversi progetti non è limitata alla disposizione di determinati arredi, bensì ai particolari, come associazioni specie vegetali, giochi di colori e percezioni espresse dal layout. Francamente penso che gli aquascaper veramente di talento a livello internazionale si possano contare sulle dita di una mano. Stimo molto Dave Chow, fondamentalmente perché ha la rara capacità di stravolgere ogni nuovo progetto. Notando le sue vasche di anno in anno si possono osservare continue evoluzioni nell’utilizzo degli arredi e delle piante. Unitamente apprezzo molto tutti i membri di CAU (Creative aquascape Union), sono veramente bravi, indipendentemente dalla qualità dei materiali che riescono a recuperare, nettamente superiore a ciò che il mercato nazionale propone. E’ una domanda difficile, in particolare perché in Italia non siamo in molti ad avere particolare dedizione e conosco la maggior parte di essi, quindi direi che quasi tutti abbiamo le stesse possibilità di distinguerci. La vera domanda da porsi è chi sarà capace di protrarre questo talento nel tempo. Osservo continuamente le vasche di aquascaper noti come pure di semplici appassionati. Dietro ad ogni semplice disposizione si può celare un dettaglio interessante. Senza dubbio parte dell’ispirazione e della tecnica deriva dall’osservazione in natura: ad esempio osservo le disposizioni del muschio sui rami, sulle rocce, particolari forme espresse da associazioni vegetali che si addensano lungo i torrenti, tutti particolari che riprendendo in vasca possono trasmettere sensazioni di naturalità. Generalmente osservo la regola della sezione aurea o la proporzione 2:3, ma non con particolare rigidità. Fondamentalmente le uso per evitare di scegliere materiali non proporzionati alle dimensioni della vasca. Per quanto riguarda canoni stilistici, cerco di cambiare continuamente, non concentrandomi strettamente su una tipologia di allestimento, in modo da poter ampliare le mie conoscenze e sperimentare continuamente. Impostare l’allestimento è un’operazione cui dedico molto tempo. Desidero che al momento dell’avvio tutto sia perfetto. Probabilmente uno dei miei tanti difetti o pregi, dipende dai punti di vista, è essere fissato nella cura dei dettagli, quindi preferisco procedere solitamente a piccoli passi, mettendo prima di tutto a mollo i nuovi legni in modo che si appesantiscano, pulisco a fondo la vasca, e le rocce da eventuali detriti terrosi. L’avvio della vasca è un’operazione molto importante. Nonostante abbia fin ora utilizzato i fondi ADA notoriamente molto fertili, non sono mai comparse alghe nei primi stadi di vita della vasca, grazie ai cambi d’acqua frequenti e di piccola entità. Nel primo mese successivo faccio cambi del 20% ogni due giorni e aggiungo batteri, in modo da non incombere in sovraccarichi di nutrienti e mantenere una flora batterica sempre consistente. Dopo circa tre settimane, periodo in cui la vasca si è stabilizzata, inizio con la piantumazione ed una blanda fertilizzazione con CO2 e potassio. Considerando che la maggior parte dei nutrienti viene già messo in circolo dal fondo non ritengo opportuno somministrarne ulteriori. Una volta maturata la vasca e fatta la prima piantumazione, mantengo per almeno 10gg un fotoperiodo di 5 ore, circa 1 bolla ogni due secondi di CO2, non fertilizzo con micro e macroelementi ma solo con solfato di potassio. Successivamente, quando le piante iniziano ad adattarsi, aumento gradualmente il fotoperiodo portandolo a 9 ore, aumentando il CO2 a una bolla/secondo e inserendo una quotidiana fertilizzazione di colonna. Per quanto riguarda la mia esperienza in merito a fondi fertili, fin ora ho sperimentato Seachem Flourite e ADA Soil Amazonia. Si tratta di prodotti completamente diversi, nella composizione e metodo di gestione, quindi difficili da confrontare. Ho comunque ottenuto ottimi risultati con entrambe, quindi ritengo siano senza dubbio prodotti di ottima qualità. In riferimento ai fertilizzanti liquidi, ho avuto modo di utilizzare la linea proposta da Seachem e Tropica. Tra le due preferisco senza dubbio il Tropica Plant Nutrition plus, poiché si tratta di un unico prodotto, meno complicato da somministrare rispetto alla filosofia della casa americana che prevede la combinazione di più prodotti. Penso che un’attenta valutazione visiva sia più che sufficiente per individuare problemi in vasca. Penso che imparare a conoscere la propria vasca non sia solo utile per una migliore gestione, ma anche per aumentare la ricchezza interiore con nuove conoscenze. Ho molte specie cui sono legato, alcune che coltivo con piacere in ogni allestimento come Bolbitis heudelotii, Echinodorus tenellus, Proserpinaca palustris, Vesicularia montagnei e Vesicularia dubyana, altre che invece non ho mai avuto modo di usarle ma spero di averne occasione a breve, quali la Staurogyne, Ludwigia ilclinata var. "verticillata Cuba". Sta di fatto che nessuna specie è irrinunciabile: mi spiego, se un layout ad esempio non prevede l’uso di Bolbitis, di fatto non la uso, perché andrei solamente ad inquinare un progetto di partenza con tutt’altre prospettive. Non sono deluso del piazzamento, alla fine si tratta comunque di un hobby, un gioco. L’idea dei contest dev’essere vista a mio parere come un piacere di mettersi in gioco, niente di più. Oltretutto come ha giustamente citato, si trattava di una rivisitazione del precedente layout quindi non potevo certo sperare in risultati lampanti. Penso non esistano criteri di valutazione ideali. Per quanto si possano definire delle regole, la valutazione sarà sempre soggettiva e per questo è difficile trovare una linea comune. Ci sono molti esempi che giustificano quanto appena scritto osservando il booklet, ma questa è solo una considerazione personale. Raggiungere livelli degli asiatici è impresa ardua, per diversi motivi, materiali, tecnica di allestimento, fotografica e, da non sottovalutare, la sensibilità della cultura orientale. E’ evidente che il gap è molto ampio ma ho notato negli ultimi anni gli italiani che si classificano entro i top 100 sono in lieve aumento, quindi questo lascia ben sperare. Nel 2009 ho partecipato ad altri due contest, con l’allestimento Sunrise on the river: l’Aquavida aquascaping contest in cui mi sono aggiudicato un settimo posto nella categoria “Acuario medio” nonché un quindicesimo posto nella classifica generale su 150 partecipanti, e l’Aquatic Scapers Europe Contest nel quale mi sono aggiudicato un virtuale terzo posto, poiché sono stato squalificato per aver proposto lo stesso allestimento nel contest spagnolo prima citato. Dal punto di vista acquariofilo senza dubbio portare avanti un nuovo progetto, magari diverso dai precedenti, cercando qualche nuova soluzione. Parallelamente mi piacerebbe allestire una vasca di piccole dimensioni, magari utilizzando qualche nuovo prodotto in modo da conoscerne pregi e difetti e condividere tali conoscenze con il resto degli appassionati. Non sono molto d’accordo nel definire un confine netto tra acquariofila e aquascaping, in quanto ritengo che anche un acquario a tema (o più comunemente detto biotopo) possa essere creato concentrando parte dell’attenzione all’estetica. Deduco dalla domanda che mi ha posto che l’aquascape è visto come un qualcosa di estremo, finto. Ciò che a mio parere è importante trasmettere è che l’aquascape non è sinonimo di vasche spinte, assolutamente. Si possono creare bellissime vasche con legni opportunamente selezionati e pochissime varietà di piante, come epifite e muschi o specie scelte in base alla loro origine geografica. Per quanto riguarda la fauna, il fatto che non siano protagonisti dell’opera non significa che venga meno la loro cura: molti non sanno che spesso i pesci sono inseriti in una vasca esclusivamente per fare delle foto e poi tolti. Ammetto che uno stato di stress può essere causato dai frequenti interventi fatti in vasca come potature e cambi d’acqua, ma questo non giustifica tali opinioni. Ultima nota che ritengo doveroso scrivere è che un aquascaper è prima di tutto un bravo acquariofilo, in quanto deve gestire una vasca con processi molto più accelerati rispetto ad un acquario convenzionale e quindi deve conoscere a priori i numerosi aspetti e problematiche che caratterizzano il sistema acquatico in questione. Consiglio che mi sento di dare prima di tutto è documentarsi, leggere articoli e riviste non solo per imparare le tecniche di allestimento, ma soprattutto per conoscere le piante, capire le loro esigenze e potenzialità; affidarsi a dei prodotti commerciali di nota qualità, con i quali è più semplice ottenere dei buoni risultati. Infine non complicarsi la vita inutilmente acquistando prodotti la cui gestione è difficile, come ad esempio terre allofane. Ho allestito vasche semplicemente usando un buon fondo fertile e del ghiaino di quarzo ottenendo risultati comunque molto soddisfacenti. Con particolare piacere ringrazio Riccardo Gallego ed Elena Lion, titolari del negozio Zoolandia di San Daniele del Friuli, i quali mi supportano ormai da qualche anno in questa avventura. Riccardo, anche lui appassionato aquascaper mi ha trasmesso molte delle sue conoscenze, sia in merito alla progettazione e gestione, sia per quanto riguarda la scelta dei prodotti. Elena, degna figlia di un architetto, con la sua criticità mette a dura prova ogni mia realizzazione.
Alcune creazioni di Andrea Ongaro...
Breath - 86° classificato su 1154 partecipanti (IAPLC 2007)
Jetstream - 70° classificato su 1170 partecipanti (IAPLC 2008)
Sunrise on the river - 266° classificato su 1342 partecipanti (IAPLC 2009)
Two - Cubetto di appena 2 litri
Per altre informazioni su Andrea Ongaro e la sua passione per l'Aquascape vi invitiamo a visitare il suo blog AquaArtGallery. Ultimo aggiornamento (Domenica 07 Marzo 2010 23:02)
Cianobatteri - Come contrastarliCianobatteri - Come contrastarli
I cianobatteri sono batteri fotosintetici, la cui spesso unica attività è rappresentata dalla produzione di ossigeno, resa possibile dalla trasformazione dell’energia luminosa in energia chimica. Vengono spesso erroneamente scambiati per forme algali e quindi comunemente chiamati anche alghe azzurre e/o alghe verdi. In acquario appaiono quasi sempre in forme mucillaginose di colore variabile dal verde brillante, all’azzurro, al rosso porpora, a seconda del tipo e della quantità di pigmenti accessori in esse incorporati. La colorazione più soventemente rinvenibile in acquario è comunque di sicuro quella verde brillante.
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 05 Gennaio 2011 00:26)
Come spedire le potature
Metodo sicuro per la spedizione delle potature tra appassionati
Spesso tra appassionati dell'acquario ci si scambia potature di piante, è una pratica comune che offre molti vantaggi:
Ultimo aggiornamento (Lunedì 04 Gennaio 2010 00:30)
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